Pagine

domenica 29 dicembre 2024

Buon 2025

Cari lettori di Ambiente blog,

Che il 2025 sia l'anno in cui i nostri piccoli gesti quotidiani si trasformino in grandi cambiamenti per il nostro Pianeta! Auguriamo a tutti voi dodici mesi di scelte consapevoli, di nuove scoperte eco-friendly e di quella meravigliosa sensazione che si prova nel vedere la natura prosperare.

Insieme, passo dopo passo, possiamo rendere il mondo un posto più verde e sostenibile. Grazie per essere parte di questa comunità che ama e protegge l'ambiente.




Buon 2025, naturalmente sostenibile!

🌱🌍💚

martedì 3 dicembre 2024

DIETA SOSTENIBILE: Come ridurre l'impatto ambientale attraverso l'alimentazione.

In un mondo sempre più consapevole dell'impatto ambientale delle nostre scelte quotidiane, la dieta sostenibile emerge come una risposta concreta alle sfide globali che stiamo affrontando. Ma cosa significa veramente adottare un'alimentazione sostenibile? Non si tratta semplicemente di seguire una dieta, ma di abbracciare un approccio consapevole al cibo che considera tanto il nostro benessere quanto quello del pianeta.




Un Nuovo Modo di Pensare all'Alimentazione
La dieta sostenibile si distingue dalle diete tradizionali per la sua visione olistica che va oltre il semplice conteggio delle calorie. È un modello alimentare che tiene conto dell'intero ciclo di vita degli alimenti, dalla loro produzione fino al consumo, considerando l'impatto ambientale di ogni fase. Questo approccio innovativo ci spinge a riflettere su come le nostre scelte alimentari influenzino non solo la nostra salute, ma anche l'ambiente che ci circonda.
L'impatto ambientale dell'alimentazione è infatti considerevole. La produzione alimentare globale richiede enormi quantità di risorse idriche, occupa vaste superfici di terreno e consuma significative quantità di energia. Il trasporto degli alimenti contribuisce alle emissioni di gas serra, mentre gli imballaggi e lo spreco alimentare generano montagne di rifiuti. Questi fattori rendono il sistema alimentare attuale uno dei principali responsabili del cambiamento climatico.

I Benefici di una Scelta Consapevole
Scegliere una dieta sostenibile porta con sé numerosi vantaggi. Sul fronte ambientale, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra, preservare la biodiversità e proteggere le risorse naturali. Per la salute, questo modello alimentare favorisce il consumo di cibi freschi e non processati, ricchi di nutrienti essenziali, riducendo il rischio di malattie croniche. Dal punto di vista sociale ed economico, sostiene le economie locali e promuove pratiche agricole più etiche.

Principi e Pratica
La riduzione del consumo di carne rappresenta uno dei cardini più significativi della dieta sostenibile. La produzione di carne rossa, in particolare, richiede una quantità sproporzionata di risorse: per produrre un solo chilogrammo di carne bovina sono necessari circa 15.000 litri d'acqua e vengono emessi circa 60 kg di gas serra. Una riduzione graduale, iniziando con l'introduzione di almeno due o tre giorni "senza carne" a settimana, può già fare una differenza significativa.
L'aumento del consumo di alimenti di origine vegetale è altrettanto cruciale. I legumi, come lenticchie, ceci e fagioli, rappresentano un'eccellente fonte di proteine con un impatto ambientale notevolmente inferiore rispetto alla carne. I cereali integrali, oltre a fornire energia sostenuta e fibre essenziali, richiedono meno risorse per la loro produzione. La frutta e la verdura di stagione non solo garantiscono un apporto ottimale di vitamine e minerali, ma la loro coltivazione rispetta i cicli naturali dell'ambiente.
La scelta di prodotti locali e stagionali va oltre il semplice beneficio ambientale. Gli alimenti di stagione sono naturalmente più ricchi di nutrienti poiché vengono raccolti al momento giusto della loro maturazione. Inoltre, sostenere i produttori locali contribuisce alla vitalità dell'economia del territorio e riduce significativamente le emissioni legate al trasporto degli alimenti.

Cucinare in casa diventa un'opportunità per mettere in pratica i principi della sostenibilità. Questo approccio permette di:

A) Ottimizzare l'uso degli ingredienti
La cucina casalinga consente un controllo totale sugli ingredienti e sul loro utilizzo. Per esempio:
- Le bucce di verdura possono diventare un brodo vegetale
- Gli avanzi di verdure possono trasformarsi in zuppe o frittate
- Il pane raffermo può essere utilizzato per preparare pangrattato o crostini

B) Tecniche di cottura efficienti
La scelta delle tecniche di cottura influisce significativamente sull'impatto ambientale:
- Utilizzare il coperchio durante la cottura per ridurre i tempi e il consumo energetico
- Sfruttare la cottura a vapore, che preserva i nutrienti e risparmia energia
- Pianificare le cotture in forno per cucinare più pietanze contemporaneamente

C) Conservazione intelligente
Una corretta conservazione degli alimenti è fondamentale per ridurre gli sprechi:
- Organizzare il frigorifero in modo che gli alimenti più deperibili siano ben visibili
- Utilizzare contenitori ermetici per mantenere più a lungo la freschezza degli alimenti
- Congelare porzioni singole di preparazioni per averle sempre pronte all'uso

Questa attenzione ai dettagli nella pianificazione e nella preparazione dei pasti non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma porta anche a un significativo risparmio economico e a una migliore qualità dell'alimentazione. La cucina casalinga diventa così non solo un modo per nutrirsi, ma un vero e proprio atto di consapevolezza ambientale e sociale.
Mettere in pratica questi principi richiede un approccio organizzato. La pianificazione della spesa diventa fondamentale per ridurre gli sprechi, mentre la cucina casalinga permette un maggior controllo sugli ingredienti utilizzati. La scelta di prodotti biologici e a chilometro zero, sebbene possa inizialmente sembrare più costosa, rappresenta un investimento nella nostra salute e in quella dell'ambiente.

Sfide e Opportunità
Naturalmente, l'adozione di una dieta sostenibile presenta delle sfide. La disponibilità di prodotti sostenibili può variare significativamente a seconda della località, e il costo degli alimenti biologici può rappresentare un ostacolo per alcune famiglie. Inoltre, modificare abitudini alimentari consolidate richiede tempo e determinazione.
L'educazione alimentare gioca un ruolo cruciale in questo contesto. La sensibilizzazione dei consumatori e la promozione di una cultura del cibo sano e sostenibile sono fondamentali per guidare il cambiamento. Le scuole e le istituzioni hanno un ruolo chiave nel diffondere queste conoscenze alle nuove generazioni.

Modelli di Riferimento
La dieta mediterranea rappresenta un eccellente esempio di alimentazione sostenibile, con il suo focus su verdure, legumi, cereali integrali e olio d'oliva. Anche approcci più recenti come la dieta flexitariana, che riduce il consumo di carne senza eliminarla completamente, offrono valide alternative. Le diete vegane e vegetariane, quando ben pianificate, possono anch'esse contribuire significativamente alla sostenibilità ambientale.

Verso il Futuro
Il futuro dell'alimentazione sostenibile è ricco di promesse. Le innovazioni tecnologiche nel settore alimentare stanno aprendo nuove frontiere, dalla carne coltivata in laboratorio all'agricoltura verticale. Queste soluzioni, unite a una crescente consapevolezza dei consumatori, stanno plasmando un futuro alimentare più sostenibile.

In conclusione, la dieta sostenibile non è solo una scelta alimentare, ma un vero e proprio stile di vita che ci permette di prenderci cura di noi stessi e del pianeta. Attraverso scelte consapevoli e informate, possiamo contribuire a costruire un sistema alimentare più equo e sostenibile per le generazioni future.




domenica 6 ottobre 2024

Plastica: un problema globale, soluzioni locali

L'emergenza plastica ci mostra un volto inaspettato. Uno studio recente, pubblicato su Nature e condotto dall'Università di Leeds, ha svelato dati sconcertanti sull'inquinamento da plastica a livello globale.



Un mare di plastica

Ogni anno, ben 52 milioni di tonnellate di plastica finiscono nell'ambiente. È come se riversassimo in mare ogni giorno l'equivalente di 500 camion pieni di rifiuti plastici! E il problema è destinato ad aggravarsi se non si interviene subito.

L'India in testa, ma non solo

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Cina non è il più grande inquinatore di plastica al mondo. A sorpresa, è l'India a detenere il triste primato, producendo oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all'anno, quasi il doppio della Nigeria e dell'Indonesia.

Il motivo? Semplicemente, più di un quinto degli indiani non ha accesso a servizi di raccolta dei rifiuti. Immaginate di vivere in una città dove non passa mai l'auto dell'immondizia: cosa fate dei vostri rifiuti? Spesso, l'unica soluzione è bruciarli o gettarli ovunque.

Un problema globale 

Ma l'India non è l'unica colpevole. A livello globale, circa il 15% della popolazione non ha accesso alla raccolta dei rifiuti. Questo significa che miliardi di persone sono costrette a convivere con la plastica, che inquina le nostre terre, i nostri fiumi e i nostri oceani. L'emergenza plastica è un problema globale che non conosce confini. Mentre l'India si conferma il più grande inquinatore per quanto riguarda i rifiuti plastici, anche l'Occidente come gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei contribuiscono in modo significativo all'inquinamento globale. l'Italia in particolare, deve fare i conti con un consumo smodato e uno smaltimento spesso inadeguato di questo materiale.


L'Italia affoga nella plastica

Nonostante gli sforzi per la raccolta differenziata, il nostro Paese è ancora alle prese con un problema complesso e dalle molteplici sfaccettature.

L'Italia è il secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa e il maggiore produttore di manufatti in plastica nell'area mediterranea. Ogni anno, produciamo circa 4 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui oltre l'80% proviene dall'industria degli imballaggi.

Le cause del problema in Italia

In primo luogo, il consumo eccessivo di plastica monouso è allarmante. L'Italia detiene il triste primato di essere tra i maggiori consumatori di bottiglie d'acqua in plastica al mondo e ogni anno gettiamo 4.000 tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti.

Nonostante gli sforzi per migliorare la raccolta differenziata, questa non è ancora ottimale in molte zone del Paese. La contaminazione dei rifiuti rimane un ostacolo significativo per un riciclo efficace, vanificando spesso gli sforzi dei cittadini più attenti.

A complicare ulteriormente la situazione, molti comuni italiani non dispongono di infrastrutture adeguate per il riciclo. Gli impianti esistenti spesso non riescono a gestire l'intera quantità di plastica raccolta, creando un collo di bottiglia nel processo di smaltimento.

Infine, l'importazione di rifiuti plastici da altri paesi aggiunge un ulteriore carico al già sovraccarico sistema di gestione dei rifiuti italiano.

Cosa fare?

L'emergenza plastica in Italia richiede un approccio integrato che coinvolga tutti i settori della società. Per affrontare efficacemente questa sfida, è fondamentale agire su più fronti.

Innanzitutto, occorre potenziare la raccolta differenziata su scala nazionale, ottimizzando i sistemi esistenti e introducendo nuove modalità di raccolta più efficienti. Parallelamente, è cruciale incentivare la riduzione dell'uso della plastica e promuovere alternative riutilizzabili, coinvolgendo sia i consumatori che le imprese.

Gli investimenti nella ricerca giocano un ruolo chiave per sviluppare tecnologie innovative nel campo del riciclo e della valorizzazione della plastica. Queste innovazioni possono aprire nuove strade per un'economia circolare più sostenibile.

Infine, l'educazione ambientale rappresenta un pilastro fondamentale per sensibilizzare i cittadini sull'importanza di adottare comportamenti responsabili. Solo attraverso una maggiore consapevolezza collettiva sarà possibile innescare un cambiamento duraturo nelle abitudini di consumo e smaltimento.

L'impegno congiunto di istituzioni, imprese e cittadini è essenziale per trasformare questa sfida in un'opportunità di crescita sostenibile per il Paese.

Il ruolo dei cittadini

Ognuno di noi può fare la differenza:

• Ridurre il consumo di plastica: Preferire prodotti sfusi, portare con sé borracce e borse riutilizzabili, evitare gli oggetti monouso.

• Separare correttamente i rifiuti: Informarsi sulle modalità di raccolta differenziata nel proprio comune e rispettare le regole.

• Partecipare a iniziative di pulizia: Contribuire a mantenere puliti i nostri parchi, spiagge e città.

Conclusioni

L'inquinamento da plastica è un problema serio che richiede soluzioni immediate e concrete. Con un impegno collettivo, siamo ancora in tempo per poter costruire un futuro più sostenibile per le generazioni future.

martedì 27 agosto 2024

Giugno 2024: Il Pianeta Brucia

Un nuovo, allarmante record si aggiunge alla lunga lista di segnali che ci avvertono dell'emergenza climatica. Giugno 2024 è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra. Un dato sconcertante, confermato dalle rilevazioni del programma europeo Copernicus, che ci proietta in uno scenario sempre più preoccupante.




Cosa significa questo nuovo record?

Un aumento inarrestabile: Non si tratta di una fluttuazione temporanea. Ben 13 mesi consecutivi hanno registrato temperature record, e per 12 di questi abbiamo superato la soglia critica di 1,5 gradi rispetto all'era pre-industriale, un limite stabilito dagli accordi di Parigi per evitare le conseguenze più disastrose del cambiamento climatico.

Un impatto globale: Le conseguenze di questo caldo estremo si fanno sentire in ogni angolo del pianeta. Dalla Turchia al Canada, dagli Stati Uniti alla Siberia, passando per il Brasile, il Medio Oriente e l'Europa sudorientale: le ondate di calore, le siccità prolungate e gli incendi devastanti stanno mettendo a dura prova ecosistemi e comunità.

Un futuro incerto: Se non si interverrà in modo deciso e immediato per ridurre le emissioni di gas serra, le estati torride come quella appena trascorsa diventeranno la norma. Le conseguenze saranno disastrose per l'agricoltura, la biodiversità e la salute umana.

Cosa possiamo fare?

Di fronte a questa emergenza, è fondamentale che ognuno di noi faccia la propria parte. 
Informarsi: Più siamo consapevoli dei rischi del cambiamento climatico, più saremo motivati ad agire.
Ridurre la propria impronta ecologica: Limitare i consumi energetici, scegliere trasporti sostenibili, optare per un'alimentazione a base vegetale sono solo alcuni esempi di azioni che possiamo mettere in pratica quotidianamente.
Supportare le politiche climatiche: È importante sostenere le iniziative politiche volte a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere le energie rinnovabili.
Diffondere il messaggio: Parlare del cambiamento climatico con amici, familiari e conoscenti è fondamentale per sensibilizzare l'opinione pubblica e creare un movimento globale per la difesa del nostro pianeta.

Il futuro del nostro pianeta è nelle nostre mani. Ognuno di noi può fare la differenza.

venerdì 19 luglio 2024

Plastica nel microonde: alleati o nemici?

L'utilizzo del microonde è diventato ormai una consuetudine nelle nostre cucine, un metodo pratico e veloce per riscaldare cibi o scongelare alimenti. Ma quando si tratta di contenitori, la plastica è davvero la scelta giusta? In questo articolo, approfondiremo l'utilizzo della plastica nel microonde, analizzando quali sono le tipologie adatte, quelle da evitare e quali alternative sono disponibili.

Scaldare un pasto in microonde è diventato un'abitudine quotidiana per molti, ma è importante farlo in modo sicuro utilizzando i materiali adatti. Non tutte le plastiche sono uguali e alcune possono rilasciare sostanze nocive se sottoposte alle alte temperature del microonde.

Per fare chiarezza definitiva, ecco una guida dettagliata sui tipi di plastica da utilizzare in sicurezza nel microonde:







Plastica nel microonde: non tutta uguale

Non tutte le plastiche sono uguali e non tutte sono adatte all'utilizzo nel microonde. Per fare una scelta consapevole, è importante conoscere i diversi tipi di plastica e le loro caratteristiche.

Le plastiche adatte al microonde
  • PET (Polietilene tereftalico): questa plastica è comunemente utilizzata per le bottiglie d'acqua e per alcuni contenitori per alimenti. Resiste bene alle alte temperature ed è generalmente considerata sicura per l'utilizzo nel microonde. Tuttavia, alcune ricerche recenti hanno sollevato dubbi sulla sua completa sicurezza, soprattutto se sottoposta a temperature elevate per periodi prolungati.
  • PP (Polipropilene): questa plastica è utilizzata per diversi tipi di contenitori per alimenti, tra cui quelli da asporto. È resistente al calore e generalmente considerata sicura per l'utilizzo nel microonde. Tuttavia, anche in questo caso, alcune ricerche recenti mettono in dubbio la sua totale sicurezza a temperature elevate.
  • Silicone: La plastica siliconica è una scelta più recente, apprezzata per la sua flessibilità, resistenza alle alte temperature e inerzia chimica. Il silicone risulta sicuro per l'utilizzo in microonde e non rilascia sostanze nocive negli alimenti.
Le plastiche da evitare
  • PVC (Polivinilcloruro): Il PVC non è assolutamente adatto al microonde. Le alte temperature possono causare la deformazione del materiale e il rilascio di sostanze tossiche come il bisfenolo A, dannoso per la salute.
  • Polistirolo: Il polistirolo, spesso utilizzato per vaschette e piatti usa e getta, non deve mai essere utilizzato in microonde. Il calore intenso può provocare la fusione del materiale, contaminando il cibo con sostanze chimiche nocive.
  • Contenitori in plastica non idonei al microonde: È fondamentale utilizzare solo contenitori in plastica che riportino il simbolo specifico per l'uso in microonde. Evitare contenitori di plastica vintage o di dubbia provenienza, che potrebbero non essere adatti alle alte temperature e rilasciare sostanze nocive.
  • EVA (Etilvinilacetato): questa plastica non è adatta all'utilizzo nel microonde perché può deformarsi e rilasciare sostanze chimiche negli alimenti.

Dubbi sul PET e PP


Alcune ricerche recenti hanno sollevato dubbi sulla completa sicurezza del PET e del PP per l'utilizzo nel microonde. Queste ricerche suggeriscono che, se sottoposte a temperature elevate per periodi prolungati, queste plastiche potrebbero rilasciare piccole quantità di microplastiche e altre sostanze chimiche negli alimenti.

Anche se la EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha ribadito la sicurezza del PET e del PP per un uso "normale" nel microonde, è importante sottolineare che "normale" non è definito in modo preciso. Inoltre, la sensibilità individuale alle sostanze chimiche rilasciate dalla plastica può variare.

Consigli per un utilizzo sicuro
  1. Utilizzare solo contenitori in plastica specificamente indicati per il microonde.
  2. Non utilizzare contenitori in plastica danneggiati o graffiati.
  3. Non coprire i contenitori in plastica con pellicola per alimenti.
  4. Non riscaldare cibi grassi o oleosi in contenitori di plastica.
  5. Non utilizzare il microonde per tempi prolungati in contenitori di plastica.
  6. Quando possibile, utilizzare alternative alla plastica, come vetro, ceramica o silicone
  7. Non utilizzate mai i materiali metallici perché:
  • Rischio scintille e danni: Il metallo riflette le microonde, creando scintille e potenziali danni al forno. In casi estremi, potrebbero generarsi anche fiamme.
  • Cibo non riscaldato: Le onde non riescono a penetrare il metallo, impedendo la cottura o il riscaldamento del cibo in modo uniforme.
  • Danni all'elettrodomestico: L'uso di oggetti metallici può causare seri danni al microonde, compromettendone il funzionamento.
Alternative alla plastica

Esistono diverse alternative alla plastica per l'utilizzo nel microonde:
Vetro: il vetro è un materiale sicuro e resistente al calore che non rilascia sostanze chimiche negli alimenti.
Ceramica: la ceramica è un altro materiale sicuro e resistente al calore che può essere utilizzato nel microonde.

Conclusioni

In base alle ricerche disponibili, è consigliabile limitare l'utilizzo della plastica nel microonde, soprattutto per tempi prolungati o a temperature elevate. Quando possibile, è preferibile utilizzare alternative come vetro, ceramica o acciaio inossidabile.

È importante sottolineare che la scelta del materiale da utilizzare nel microonde dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di alimento da riscaldare, la durata del riscaldamento e la temperatura raggiunta. In caso di dubbi, è sempre meglio consultare le istruzioni del proprio microonde o chiedere consiglio a un esperto.

venerdì 31 maggio 2024

OTTO CURIOSITÀ SUI GATTI

1) La gatta più longeva del mondo

Tutti noi vorremmo per i nostri animali domestici una vita lunga e felice, così è stato per Creme Puff la gatta più longevo del mondo (stando al Guinness World Records), infatti è vissuta per ben 38 anni e 3 giorni. Creme Puff era una gatta americana morta nel 2005 che viveva in Texas a Austin con il suo padrone che l'aveva adottata nel lontano agosto del 1967. La vita di Creme Puff è stata molto più lunga di quella dei suoi simili che di solito è intorno ai 20 anni.


Creme Puff


2) Festa nazionale dei gatti

Il 17 febbraio di ogni anno in Italia si festeggia la festa nazionale del gatto. Questa data è stata scelta nel 1990 da un referendum fatto tra i lettori della rivista “tutto gatto”. Il giorno non è stato scelto a caso, infatti ha molteplici significati:

· febbraio è il mese dell'Acquario cioè degli spiriti liberi proprio come sono tutti gatti,

· tra i detti popolari ce n'è uno che definisce febbraio come il mese degli gatti e delle streghe,

· il numero 17 per la cultura italiana rappresenta la sfortuna e quindi visto che i gatti spesso sono stati visti come portatori di sventura oggi proprio per scherzare su questa brutta superstizione hanno scelto il giorno 17,

· inoltre il numero 17 in romano si scrive XVII che anagrammato si trasforma in vixi cioè sono vissuto non così per i gatti che per leggenda hanno molte vite

· ed infine le vite del gatto sono 7 perciò 17 una vita per 7 volte








3) Gatto portafortuna

Il gatto vive insieme all'uomo da alcuni millenni anche grazie alla sua abilità di catturare topi, ratti e insetti. Dal medioevo però i gatti sono stati iniziati a considerare come portatori di sfortuna perché legati al mondo femminile e quindi alle streghe. Ancora oggi in alcune nazioni i gatti specialmente quelli di colore nero sono considerati portatori di sventura, per fortuna non così in tutto il mondo: in Inghilterra ad esempio i gatti sono considerati una specie portafortuna; in Spagna e in alcuni paesi del nord Europa si portava un gatto sulle navi perché allontanavano la sventura e anche le mogli dei pescatori speso possedevano un gatto proprio come portafortuna nei confronti del marito; in Irlanda e in Scozia ancora oggi spesso si regala un gatto nero alla sposa perché portafortuna al matrimonio. Anche in Giappone e in Cina il gatto è considerato di buon auspicio, infatti nei negozi spessissimo si trova il famoso Maneki Neko, il gatto che muove la zampina e che attira i clienti. Comunque chi ha un gatto sa benissimo che con il suo pelo morbido e le sue fusa riesce a scacciare la malinconia.


Maneki Neko




4) I Gatti di Disneyland

Il più famoso parco dei divertimenti del mondo “Disneyland” in California è abitato da oltre 200 gatti... altro che Topolino.

Qui infatti dagli anni 50 vive una colonia numerosissima di gatti curati amorevolmente dai dipendenti del parco; infatti sono stati tutti sterilizzati, hanno una cuccia per quando piove e ricevono quotidianamente la loro dose di pappa. I gatti ovviamente evitano le situazioni più affollate e

rumorose, ma la sera, quando c'è meno gente e le musiche si abbassano, i simpatici pelosetti si avvicinano agli ultimi turisti per farsi coccolare. La popolazione di gatti di Disneyland è così famosa che ha anche una sua pagina Instagram e un suo sito con tanto di shop on-line per gadget a tema.



Gatto a Disneyland



5) I gatti allo specchio

I gatti non riescono a riconoscere la propria immagine allo specchio e pensano che sia un altro gatto.

In realtà sono pochissimi di animali, oltre all'uomo, che riescono a riconoscere la propria immagine allo specchio, tra questi: l'elefante, il delfino, alcune tipi di scimmie e la gazza.
Gatto allo specchio

Quando il gatto vede la propria immagine allo specchio può avere vari comportamenti: se si tratta di un cucciolo il più delle volte cercherà di giocare con questo nuovo “amico”, se invece il gatto è più grande potrebbe anche avere paura vedendo questo rivale, oppure potrebbe incuriosirsi della sua immagine e cercare di capire con chi ha a che fare, alcune volte addirittura il gatto rimane totalmente indifferente alla propria immagine.


6) Il più famoso quadro di gatti

Carlisle Cullen artista austriaco trapiantato in America nel 1891 conobbe una eccentrica milionaria americana Kate Birdsall Johnson che gli commissionò un ritratto dei suoi gatti; la donna aveva più di 350 gatti e voleva un quadro che ne rappresentasse il più possibile. L’artista realizzo un opera contenente 49 gatti: il quadro è diventato famoso soprattutto per le sue dimensioni, infatti supera i 2 metri per 3 e pesa oltre 100 kg. Per questo motivo questo quadro è considerato il più grande quadro al mondo che rappresenta gatti.

Nel 2015 è stato venduto ad un'asta per ben 800.000 dollari, molto di più del suo prezzo stimato che era intorno ai 300.000 dollari. Il quadro in questione si chiama “my wife’s lovers” cioè: “gli amanti di mia moglie” soprannome dato dal marito della eccentrica milionaria Johnson perché a detta dell'uomo la moglie amava in modo incondizionato tutti i suoi felini.



Quadro "my wife's lovers



7) La prima mostra sui gatti.


I gatti domestici sono stati addomesticati circa 8000 anni fa, quando, quasi per caso, gli agricoltori si accorsero che questi simpatici felini tenevano lontano i roditori.

Il rapporto tra gatti e uomini però non è stato sempre semplice: nel medioevo i gatti erano scacciati e considerati animali del demonio perché associati alle donne e alle streghe. Nel settecento però si riscoprì il loro ruolo fondamentale nel cacciare i roditori e quindi furono, almeno in parte, riscattati.

Bisogna aspettare però l’ottocento quando i primi gatti diventarono ufficialmente animali da compagnia ed entrano nelle case, specialmente in quelle degli inglesi. Infatti fu proprio in Inghilterra che nel 1871 lo scrittore Harrison Weir organizzò la prima esposizione felina,



Crystal palace di Londra in una stampa dell'800



tenutasi al Crystal palace di Londra. Da quel momento le mostre hanno avuto sempre più successo e ne sono state organizzate moltissimo sia in Europa che in America.


8) I gatti emettono centinaia di suoni diversi (molti più dei cani)

Secondo un recente studio svoltosi in America i gatti riescono ad emettere centinaia di suoni diversi,

molti di più di qualsiasi altro animale (eccetto l’uomo, ovviamente). I felini sono in grado di modulare la propria voce per ottenere tantissimi miagolii diversi. Addirittura anche da gatto a gatto si sono notate numerosissime variazioni di tono. Il gatto domestico, in realtà,

usa pochi suoni ma i felini selvatici, invece, usano molti più suoni, diversi tra di loro, per comunicare con i loro simili.




Dal Blog: I Pelosetti






domenica 21 aprile 2024

SOS Biodiversità: l'allarme estinzione si fa assordante.

La crisi degli animali in via d'estinzione è una delle più grandi sfide che il nostro pianeta deve affrontare. Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), oltre 44.000 specie animali sono minacciate di estinzione, ovvero circa un terzo delle specie conosciute. Questa cifra è in costante aumento, e se non prendiamo provvedimenti urgenti, molte specie potrebbero scomparire per sempre.

L’IUCN ha stilato una “Lista Rossa” ovvero la lista ufficiale delle specie minacciate di estinzione, i dieci animali più a rischio estinzione al mondo sono i seguenti:


1. Orso polare (Ursus maritimus):

Gli orsi polari vivono nell'Artide, lungo le coste e sulle sponde meridionali della banchisa, lo strato di ghiaccio che copre il Polo Nord. Sono animali semi-acquatici e trascorrono gran parte della loro vita in mare, cacciando foche, trichechi e altri animali marini.




la popolazione di orsi polari è diminuita di circa il 30% negli ultimi trent'anni, a causa del cambiamento climatico che sta causando la fusione dei ghiacci artici, il loro habitat naturale rendendo più difficile per gli orsi polari cacciare e trovare cibo.


2. Rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus):

Il rinoceronte di Giava è un rinoceronte asiatico che vive sull'isola di Giava, in Indonesia.
Il rinoceronte di Giava è un animale di grandi dimensioni, con un peso di circa 1.000-1.500 kg. Ha un corpo robusto e muscoloso, con una pelle rugosa e pieghettata. Il corno è presente solo nei maschi, ed è lungo circa 25-50 cm.



Sono animali erbivori e si nutrono principalmente di foglie, rami e frutti. Vivono in foreste pluviali e mangrovie, e trascorrono la maggior parte del loro tempo pascolando. Ne rimangono solo circa 60 esemplari, in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio per le sue corna, usate nella medicina tradizionale cinese.


3. Tigre (Panthera tigris):

è un mammifero carnivoro ed è il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi).





È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a far mimetizzare l'animale più facilmente. Ne rimangono meno di 4.000 esemplari, in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio, della perdita di habitat e della frammentazione delle popolazioni.


4. Leopardo dell'Amur (Panthera pardus orientalis):

Il leopardo dell'Amur vive nelle foreste temperate dell'estremo oriente, agile e forte nasconde le sue prede in cima agli alberi in modo da proteggerle dagli agguati di altri predatori.




È la specie di leopardo più minacciata al mondo, ne restano solo circa 35-50 esemplari, in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio, della perdita di habitat e della frammentazione delle popolazioni.


5. Elefante di Sumatra (Elephas maximus sumatranus):

è una sottospecie di elefante asiatico. Come indica il nome, questo elefante vive solamente in Sumatra. L'elefante di Sumatra è più piccolo della sottospecie indiana ed è estremamente minacciato.




Ne rimangono solo circa 2.000-2.500 esemplari, in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio, della perdita di habitat e della frammentazione delle popolazioni.


6. Vaquita (Phocoena sinus):

La focena del Golfo di California (Phocoena sinus) o vaquita (termine spagnolo che significa "piccola vacca") è una rara specie di focena. È endemica della parte settentrionale del golfo di California (o mare di Cortez). 



È uno dei cetacei più piccoli al mondo(se non il più piccolo in assoluto). Si stima che ne siano rimasti solo circa 12 esemplari, in pericolo di estinzione a causa della pesca accidentale, dell'inquinamento e dell'interferenza umana.


7. Saola (Pseudoryx nghetinhensis):

Il saola (Pseudoryx nghetinhensis) o bue Vu Qang, uno dei mammiferi più rari del mondo, è un bovide che abita in una regione molto ristretta tra la Riserva naturale di Vu Qang e il Laos, presso il confine con il Vietnam. 




Ne rimangono solo circa 70 esemplari, in pericolo di estinzione a causa del bracconaggio, della perdita di habitat e della frammentazione delle popolazioni.


8. Orango (Pongo spp.):

Il termine pongo deriva dal termine mpungu, usato nella lingua kikongo per definire una grande scimmia dei boschi simile all'uomo Vive nelle foreste pluviali con vegetazione fitta, in presenza di paludi e nelle foreste decidue e di montagna del Borneo e di Sumatra.





Ne rimangono circa 100.000 esemplari, in pericolo di estinzione a causa della perdita di habitat, del bracconaggio e del commercio illegale di animali selvatici.


9. Leopardo delle nevi (Panthera uncia):

Il leopardo delle nevi vive sugli altipiani e nelle alte vallate dei principali monti dell'Asia centrale Il leopardo delle nevi è un animale estremamente elusivo. 




Proprio per la sua elusività è difficile da censire, non è noto un numero esatto di esemplari ma si ritiene che oggi vivano in natura tra i 3.920 e i 7.500 esemplari, in pericolo di estinzione a causa della perdita di habitat, del bracconaggio e del conflitto con l'uomo.


10. Gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei):

vive tra il Ruanda, Uganda e Repubblica del Congo Il gorilla di montagna è principalmente terrestre e quadrupede. Tuttavia, si arrampicha sugli alberi da frutto se i rami possono sopportare il suo peso. Come tutte le grandi scimmie diverse dagli umani, le sue braccia sono più lunghe delle sue gambe. Si muove camminando sulle nocche, sostenendo il suo peso sul dorso delle dita ricurve piuttosto che sui palmi. 



A partire dal 2018, il gorilla di montagna è stato elencato come in via di estinzione nella Lista Rossa IUCN ne rimangono solo circa 1.000 esemplari, in pericolo di estinzione a causa della perdita di habitat, del bracconaggio e del conflitto con l'uomo.


Altri animali a rischio estinzione includono:
  • Le tartarughe marine, che sono minacciate dalla pesca accidentale, dall'inquinamento e dalla perdita di habitat.
  • Gli uccelli, che sono minacciati dalla perdita di habitat, dal bracconaggio e dal cambiamento climatico.
  • I mammiferi, che sono minacciati dalla perdita di habitat, dal bracconaggio e dalla frammentazione delle popolazioni.
Le cause principali dell'estinzione delle specie sono:
  • La perdita di habitat, dovuta all'espansione dell'agricoltura, dell'urbanizzazione e delle attività minerarie.
  • Il bracconaggio, per la carne, le ossa, le corna o altri prodotti degli animali.
  • Il cambiamento climatico, che sta alterando gli habitat naturali delle specie.
L'estinzione delle specie ha un impatto negativo sull'ecosistema, poiché le specie svolgono un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio naturale. Inoltre, l'estinzione delle specie rappresenta una perdita di biodiversità, che è essenziale per la sopravvivenza del pianeta.

Esistono diverse azioni che possono essere intraprese per proteggere le specie a rischio estinzione, tra cui:
La creazione di aree protette, per salvaguardare gli habitat naturali delle specie.
La lotta al bracconaggio, attraverso la repressione e la sensibilizzazione della popolazione.
La riduzione delle emissioni di gas serra, per contrastare il cambiamento climatico.

È importante agire per proteggere le specie a rischio estinzione, poiché la loro scomparsa avrebbe un impatto negativo sull'ecosistema e sulla biodiversità del pianeta.