È fondamentale però chiarire un punto centrale: lasciare crescere la vegetazione spontanea non significa in alcun modo rinunciare al decoro urbano o alla sicurezza. Al contrario, questa visione promuove una gestione attenta, rispettosa e professionale, in cui il verde viene curato con intelligenza e nei tempi giusti. Soprattutto in estate, è imprescindibile intervenire con operazioni di sfalcio mirate, per evitare l’accumulo di materiale secco che potrebbe diventare pericoloso in caso di caldo estremo o siccità. La prevenzione degli incendi è parte integrante di una buona gestione, e non è mai messa in discussione da chi sostiene la biodiversità urbana.
Il disordine non è nella natura, ma negli occhi di chi non sa leggerla. Una città davvero ordinata è quella che sa armonizzare l’intervento umano con i ritmi e le forme del mondo naturale. Le piante spontanee, se lasciate crescere in modo controllato e accompagnate da una corretta manutenzione, offrono un decoro nuovo, vivo, dinamico. È una bellezza che parla di resilienza, equilibrio e sostenibilità. Non si tratta di lasciar andare tutto al caso, ma di sapere quando osservare e quando agire.
I detrattori di questa visione spesso invocano la necessità di un’estetica pulita e “ordinata”, interpretando la presenza di vegetazione libera come un segno di trascuratezza. Ma è proprio questa prospettiva che il WWF intende mettere in discussione: il verde urbano non va visto come una sfida da domare, ma come una risorsa da valorizzare. E per farlo servono amministratori formati, cittadini consapevoli e tecnici competenti. Una città che sa curare il proprio verde è una città che guarda al futuro con responsabilità.
Da Foggia parte un segnale forte che merita attenzione e imitazione. In molte altre città italiane questa nuova sensibilità sta emergendo, trasformando le aiuole in piccoli laboratori di coesistenza tra uomo e natura. Basta poco: osservare, conoscere, rispettare. Anche un’aiuola dimenticata può diventare simbolo di equilibrio urbano, se si smette di vederla come un errore e la si accoglie come un dono.
La natura urbana non è un ostacolo da eliminare, ma una possibilità da coltivare con cura. Sta a noi scegliere se continuare a combatterla o iniziare a viverla.