lunedì 16 maggio 2016

PACKAGING CIRCOLARE

Tutto si basa su un circolo virtuoso industria alimentare-consumatori. Sta a chi produce come a chi compra cercare di avvolgere i prodotti di qualità in materiali rispettosi dell'ambiente.
Allora, ecco per le acqua minerali le nuove bottiglie in pet 100 per cento riciclabili e più leggere da trasportare e quelle biodegradabili, per le uova biologiche le confezioni in fibra d'erba, per frutta e verdura i bioimballaggi che non solo sono eco-compatibili ma consentono anche al prodotto di conservarsi più a lungo.
Sono alcuni esempi presentati al Salone dell'alimentazione Cibus a Fiere Parma del packaging ecologico, amico dell'ambiente e riciclabile, sempre più usato dall'industria alimentare in ottica verde. Ma anche di risparmio economico.
Perché cambiare oggi strategia nell'ambito del food packaging è diventata non solo un'opportunità ma anche una necessità: sia per la tutela dell'ambiente sia per l'economia del settore agroalimentare.
Ne sono convinti nel settore studi del Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, che ha presentato proprio a Cibus una ricerca, curata da Francesco Bertolini dell'Università Bocconi di Milano, per sottolineare come oggi sia chiara a tutti lanecessità di rivolgersi sempre di più verso nuovi imballaggi compostabili (carta, bioplastica o poliaccoppiato carta e bioplastica), soluzioni sempre più vantaggiose non solo, come detto, per le implicazioni ambientali ma anche per quelle economiche grazie alla sostituzione del food pack tradizionale in plastica con materiali "circolari", ovvero prodotti che mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non creano rifiuti.
Si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l'intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17-24 per cento entro il 2030, con risparmi per l'industria europea dell'ordine di 630 miliardi di euro l'anno.
Attraverso l'economia circolare l'industria europea potrebbe realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenzialmente il Pil dell'Unione Europea fino al 3,9 per cento, attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti.
Il conseguimento dei nuovi obiettivi della Commissione Europea in materia di rifiuti basati sull'approccio dell'economia circolare(riciclaggio del 70 per cento dei rifiuti urbani e dell'80 per cento dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili) creerebbe poi 580.000 nuovi posti di lavoro oltre a ridurre l'impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra.
Molti prodotti di largo consumo, se corredati di un packaging circolare, potrebbero inoltre permettere di ridurre lo spreco alimentare (si parla di 190.000 tonnellate di cibo sprecato per una valore di 5 milioni di euro).
In particolare i vassoi per l'ortofrutta e i salumi, quelli per la carne fresca confezionata in atmosfera modificata, la quarta gamma per il confezionamento delle insalate e si sta lavorando anche per pesce fresco e affumicato e per prodotti da forno.
Tutto questo con importanti risposte economiche, in primis un risparmio di 1,9 milioni di euro sulle mancate inefficienze, l'invio al compostaggio di 91.737 tonnellate di packaging compostabile (che salgono fino a 142.011 tonnellate considerando anche lo scarto alimentare della Gdo), un aumento nell'utilizzo di carta in sostituzione al packaging plastico pari a 84.874 tonnellate (+12 per cento circa sulla produzione di scatole e astucci in cartoncino teso) e, infine, un aumento del mercato delle bioplastiche pari 25.292,8 tonnellate.
Non dimenticando le 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anni finiscono nei mari: mangiare meglio a tavola aiuterà a limitare sostanzialmente questa gravissima emergenza ambientale.

FONTE: L'ESPRESSO

domenica 8 maggio 2016

DALLA DANIMARCA NUOVO SISTEMA PER ABBATTERE L'INQUINAMENTO

DANIMARCA: Se si tratta di combattere l’inquinamento ambientale, il nuovo dispositivo filtrante GPAO promette di fare tutto (o quasi) solo con l’impiego della luce. Cosa vuol dire tutto? Significa che è capace di abbattere smog, microorganismi patogeni e persino i cattivi odori. Realizzato dal professore di chimica ambientale Matthew Johnson, Università di Copenhagen, il nuovo dispositivo in realtà non inventa nulla ma si affida ad un processo già caro a Madre Natura. “Come un chimico, ho studiato la capacità naturale dell’atmosfera di ripulire se stessa. La natura pulisce l’aria in un processo che coinvolge l’ozono, la luce del sole e la pioggia. E fatta eccezione per la pioggia, il GPAO fa la stessa cosa, ma accelerando il processo di un fattore pari a centomila volte”, spiega Johnson. Il nome è l’acronimo di “Gas Phase Advanced Oxidation”, ovvero ossidazione avanzata della fase gassosa.
Il dispositivo infatti abbatte lo smog ossidando direttamente i gas inquinati. Come? Miscelandoli con ozono in presenza di lampade fluorescenti. Questo fa sì che si formino i radicali liberi che attaccano le particelle inquinanti formando prodotti appiccicosi che si aggregano assieme. In altre parole si trasformano degli inquinanti allo stato gassoso in semplice polvere, rimovibile attraverso una superficie elettrostaticamente carica. “Chiunque abbia mai provato a spolverare uno schermo di un computer sa quanto bene polvere si appiccichi ad una superficie carica. Questo effetto significa che non abbiamo bisogno di filtri tradizionali, dando al nostro sistema un vantaggio nel lavorare con le grandi correnti d’aria diluite”.
E’ in grado di eliminare fumi chimicamente diversi come composti di zolfo e idrocarburi pericolosi per la salute, senza bisogno di veri e propri filtri e impiegando “poca energia”. Una serie di test ha rivelato che il sistema GPAO rimuove efficientemente un gran numero di cattivi odori e “poiché il sistema mangia la polvere, è in grado di rimuovere anche particelle come pollini, spore e virus”, afferma Johnson. Brevettato nel 2009, il dispositivo è oggi finalmente in uso presso un sito industriale danese che processa le acque reflue.