lunedì 11 gennaio 2021

Smartphone ricondizionati

Sta esplodendo in tutto il mondo il business degli smartphone ricondizionati, tanto che anche i produttori stessi hanno iniziato ad interessarsi al fenomeno. 




Cosa sono esattamente gli smartphone ricondizionati?

Sono telefonini usati che vengono acquistati da aziende specializzate che poi li rivendono a prezzi molto ribassati; gli smartphone vengono sottoposti ad una attenta analisi attraverso dei test (spesso molto rigidi) che mettono a nudo ogni più piccolo componente esaminandone lo stato e la qualità. Le aziende più grandi garantiscono il risultato di questi test attraverso dei protocolli certificati anche a livello internazionale. In definitiva vengono controllati la durata e la qualità della batteria, la memoria, i chips interni, il display, la fotocamera e la parte estetica della scocca controllando la presenza di eventuali graffi o ammaccature. Tutti i componenti che non superano il test vengono sostituiti e viene creato uno smartphone “ricondizionato” cioè usato ma pari al nuovo.

La qualità di questi telefonini rimessi a nuovo viene comunicata attraverso una dettagliata valutazione finale. Purtroppo ci sono anche aziende più piccole che non sempre rispettano i protocolli di qualità dichiarati, però in linea di massima c’è molta serietà in questo nuovo settore.

Il crescente business dei ricondizionati si muove soprattutto on line attraverso siti specifici: CertiDeal, BlackMarket, Joojea, Rebuy, Refurbed, Ricompro,Swappie, Trendevice. Ma anche delle sezioni specifiche in Amazon, eBay, ePrice, MediaWorld, o dallo stesso sito di Apple.

Oltre all’evidente risparmio economico acquistare smartphone ricondizionati aiuta molto l’ambiente; infatti è stato calcolato che si taglia fino all’84% del debito ambientale in termini di CO2 rispetto all'acquisto di uno nuovo (56 chili di CO2 contro i 9 chili per il ricondizionato) intendendo il ciclo completo che va dall'estrazione delle materie prime all'assemblaggio, consentendo anche di recuperare componenti preziosi quali le terre rare: elementi questi che appartenenti alla lista stilata dalla Commissione Europea “il CRMs (Critical Raw Materials)”, cioè tutte quelle materie prime essenziali e con un elevato rischio di approvvigionamento ma al tempo stesso insostituibili a causa delle loro proprietà specifiche.

Secondo il rapporto "The Global E-waste Monitor 2020" nel 2019 si sono create oltre 53 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (il Raee), ma solo 9,3 tonnellate sono state recuperate in modo legale, le 43 tonnellate restanti sono state smaltite illegalmente nelle discariche, spesso situate nei paesi più poveri, creando danni enormi all’ambiente circostante e alle falde acquifere.

Il recupero delle terre rare e di altri minerali è doppiamente positivo perché oltre ad evitare di buttarle nelle discariche evita di estrarle dalle miniere che sono quasi sempre gestite in modo illegale. Basti pensare che L’ADME, l’agenzie per l’ecologia Francese, ha calcolato che per produrre un display di soli 5 pollici è necessario estrarre oltre 200 kg di rocce.

Il Coltan ad esempio che serve ad ottimizzare il consumo di energia nei chip viene estratto nella Repubblica democratica del Congo in miniere controllate dal crimine organizzato e da milizie armate che sfruttano la manodopera minorile ridotta in schiavitù e usano il ricavato per acquistare nuove armi.

L’elettronica di consumo è un settore che per motivi di marketing produce sempre prodotti nuovi, condizionando il consumatore ad acquistare l’ultimo modello e buttare il vecchio anche se è ancora funzionante. In questo modo si producono sempre nuovi rifiuti; viceversa chi acquista un vecchio modello di telefonino ricondizionato è meno soggetto alle lusinghe del marketing e, secondo molte indagini indipendenti, tende ad usarlo per un periodo più lungo generando quindi meno rifiuti.

La vera svolta, però, per combattere l'e-waste si avrà quando si riuscirà ad imporre alle aziende produttrici di eliminare l’obsolescenza programmata, cosa non semplice visto che ad oggi non si riesce neanche ad imporre gli accessori universali quali cuffie o caricatori sia tra i diversi device che anche tra i device uguali ma di ditte concorrenti. Molte associazioni chiedono oggi la possibilità di aggiornare i software per ritardare l'obsolescenza tecnologica ed evitare la non compatibilità con le nuove versione di app, la possibilità di ampliare la memoria, sostituire la batteria e rendere semplice ed economico fare le riparazioni più frequenti.

FONTE: AMBIENTE BLOG