lunedì 16 gennaio 2023

Dissesto idrogeologico in Italia

In Italia da decenni non si riesce a fare qualcosa di significativo e duraturo per ridurre il dissesto idrogeologico. Nella sola Campania, una delle zone a più alto rischio, sono rimasti congelati 1,5 miliardi di euro per prevenire i rischi legati alle frane. L'Italia è l'unico Paese europeo che non ha ancora presentato il suo 'Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici'
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Da decenni in Italia non si adottano misure significative e durature per ridurre il dissesto idrogeologico (la somma dei fattori che degradano un territorio e lo rendono instabile anche in caso di forti piogge). Per decenni i governi si sono susseguiti, facendo promesse non mantenute, lasciando l'Italia in un Paese ad altissimo rischio idrogeologico. Secondo Legambiente, abbiamo più di 500.000 edifici (565.000 per l'esattezza) che vivono in zone ad altissimo rischio di frane.

È possibile prevenire la formazione di terreni geologicamente instabili attraverso finanziamenti e iniziative locali. Le risorse non mancano perché l'ISPRA, organizzazione governativa incaricata di studiare le questioni ambientali, riferisce che tra il 1990 e il 2022 sono stati spesi 9,5 miliardi di euro per combattere la terra geologicamente instabile. Senza dubbio, i soldi che non sono stati spesi sono sprecati; La Campania, una delle regioni più a rischio, ha 1,5 miliardi di dollari congelati per non rischiare frane catastrofiche. Alcune sovvenzioni europee non vengono utilizzate per mancanza di impegno. Nel PNRR, il totale dei fondi pari a 70 miliardi di euro, è riuscito a impegnare solo 2,5 miliardi di euro del suo finanziamento destinati alla stabilizzazione idrogeologica. Attualmente l'Italia è l'unico Paese europeo privo di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici validato e messo in atto. Bisognerebbe risolvere rapidamente questa situazione.


Carta ISPRA della popolazione a rischio frane


Ogni euro speso in prevenzione equivale a quattro euro destinati alle spese di emergenza. Per le spese di emergenza e per accedere ai fondi, utilizzare questo rapporto da 1 a 4. Si applica anche ai programmi e ai riconoscimenti.

L'Italia è soggetta a inondazioni, frane e altri disastri naturali. Negli ultimi anni, questi eventi hanno causato molte vittime, causato danni significativi alla proprietà e hanno persino avuto un impatto sulla stagione turistica estiva. I rischi associati a questi disastri naturali si estendono sul 9,8% della superficie terrestre del Paese, hanno colpito 6.663 comuni italiani su 81.000.

Di conseguenza, In Italia si deve assolutamente ed urgentemente migliorare la sicurezza lavorando sulla prevenzione e su questioni specifiche. I ritardi principali sono dovuti ai conflitti tra le autorità locali che spesso ostacolano il lavoro su un determinato compito, oltre ad una mancanza di specialisti e progetti adeguati, inoltre, spesso si evidenzia anche una reale carenza di interesse da parte della politica su questo importantissimo problema.

Pertanto, il conflitto tra i commissari ad acta ei governi locali sulla giurisdizione spesso arresta il progresso. Questo, insieme alle questioni burocratiche, comporta un aumento del rischio per quanto riguarda l'idrogeologia.

Di fronte a un'idrologia geologicamente instabile, non siamo in grado di attuare misure che fermino disastri imminenti. Tutto ciò che possiamo fare è condonare la costruzione di sviluppi soggetti ad abusi vulnerabili all'instabilità geodinamica. Per questo motivo, le regioni non sviluppate con instabilità geodinamica sono incoraggiate a costruire. Ma le persone e i luoghi a rischio di imminente geo stabilizzazione spesso, purtroppo, possono presentare domanda di sanatoria edilizia nazionale o locale; delle 13.000 persone che vivono a Casamicciola e Lacco Ameno, in Italia, sono state presentate oltre 6.000 petizioni di sanatoria. Ogni singolo abitante ha presentato almeno una petizione e solo 22 edifici sono stati distrutti secondo gli ordini della magistratura.