l’acqua è un bene fondamentale e prezioso in moltissime parti del mondo e riuscire a trovare dei sistemi che permettono di “crearla” si può, a giusta ragione, considerarli “innovazione assoluta”, soprattutto per quei posti in cui anche solo una goccia è disponibile solo a chilometri di distanza.
I due architetti che hanno realizzato il progetto Arturo Vittori e Andreas Volger insieme alla loro squadra, si sono ispirati a piante e insetti in grado di raccogliere e conservare l’acqua dall’aria per sopravvivere e hanno selezionato per la torre principalmente, materiali naturali e facilmente reperibili sul posto quali il bambù e la bioplastica.
Warka Tower produce acqua imprigionando tra le sue reti le gocce di rugiada e raccogliendo la pioggia, fornendo dai 50 ai 100 lt di acqua potabile ogni 24 ore facendola ricadere in secchi sfruttando i fenomeni naturali come la gravità, la condensazione, l’evaporazione e l’escursione termica tra giorno e notte. Quindi, ovviamente, la quantità di acqua che si riesce a raccogliere quotidianamente dipende anche dalle condizioni meteorologiche. L’acqua raccolta non è sicuramente sufficiente a dissetare un intero villaggio, però, nelle comunità più piccole riesce ad alleviare i problemi maggiori.
Aspetti da considerare ed estremamente favorevoli alla sua attuazione sono poi il costo estremamente basso e la facilità di assemblaggio e di gestione.
Oltre alla Warka Tower, si stanno sviluppando anche altri interessanti progetti legati sempre alla carenza d’acqua come il Warka Garden, per la realizzazione di orti commestibili, o le Warka House, pensate per risolvere i problemi di igiene nelle case.
Scheda tecnica della Warka Water presentata su Kickstarter
Peso: 60 kg
Materiali: bambù, canapa, giunzioni metalliche, bioplastica,
rete Dimensioni: Altezza 10 m, diametro 4,2 m Superficie: 80 mq, collettore d’acqua 43 mq,
Costo: ~ 1.000 $ (produzione in Etiopia) Manutenzione: facile da pulire e da riparare, non ci sono organi in movimento