sabato 31 dicembre 2022

BUON 2023

 AUGURI!



lunedì 19 dicembre 2022

ANIMALI - Cani: JACK RUSSEL TERRIER

 Da oggi "AMBIENTE BLOG" in collaborazione con il blog "I PELOSETTI" (https://casaipelosetti.blogspot.com/) inaugura una nuova rubrica monotematica sugli animali domestici:


 Cani: JACK RUSSEL TERRIER


Originario del Devon, è conosciuto in tutto il mondo per la sua forte personalità e simpatia.






E’ un cane da lavoro intelligente, attivo, agile e veloce. Creato per la caccia alla volpe è, oggi, un ottimo cane da compagnia.


CARATTERISTICHE:

Taglia: Piccola
Vita media: 13 anni
Maturità sessuale: 6 - 8 mesi

Altezza
Maschio: 25 cm - 30 cm
Femmina: 25 cm - 30 cm
Peso
Maschio: 5 kg - 7 kg
Femmina: 5 kg - 7 kg





STORIA:
il Jack Russell Terrier nasce nel Devon nel 1800 grazie al pastore anglicano John Russell, chiamato amichevolmente Jack, che era un grande appassionato di caccia alla volpe.

Russell iniziò a lavorare sulla creazione del suo terrier ideale (un cane di piccola taglia capace di intrufolarsi nelle tane ma veloce abbastanza da stare al passo con cani più grandi).

La capostipite fu una cagnolina di nome Trump; la storia narra che Russell, passeggiando, incrociò un lattaio con una piccola e splendida terrier di cui si innamorò riuscendo a diventarne il nuovo padrone. Grazie alle sue capacità partendo da Trump e incrociando diverse razze, tra cui anche il Beagle e il Bulldog, diede vita al Jack Russell Terrier. 
(Fonte: Wikipedia).


CARATTERE:
La definizione di razza è "Un Terrier vivace, sveglio e attivo con espressione acuta e intelligente. Audace e senza paura, amichevole ma sicuro di sé". Tutti questi aggettivi ne qualificano il carattere e il suo forte temperamento. È un tipetto molto audace, di grande tempra, il suo temperamento gioioso e vivace lo fanno essere un eccellente cane da compagnia per tutta la famiglia.
Il Jack Russell è un Terrier e, quindi, non è estremamente amichevole nei confronti degli altri cani. Potrebbe anche risultare essere un attaccabrighe. Un'opera di buona socializzazione e di educazione è fondamentale per evitare problemi.

Prima di comprare un cane di razza pura, ricordate che è sempre meglio adottare un animale domestico e trovare una casa a chi non ce l’ha, anziché incentivare un commercio non sempre etico.

giovedì 24 novembre 2022

Aereo elettrico

Il trasporto aereo, producendo circa il 2,4% di CO2 delle emissioni totali nel mondo (insieme ad altri gas e al vapore acqueo),è responsabile di circa il 5% del riscaldamento globale, secondo i dati dell'International Council on Clean Transportation (ICCT). Volare, infatti, produce 285 grammi di CO2 per ogni passeggero per ogni chilometro percorso, un’auto ne produce 42.

Per questo motivo in tutto il mondo si stanno cercando soluzioni alternative e meno impattanti dal punto di vista ambientale:la risposta che si sta’ cercando con più attenzione per la riduzione dell’inquinamento dell'aviazione è l'uso di carburanti alternativi ai combustibili fossili: idrogeno e biocarburanti in primis.

L’idrogeno, però, oltre a richiedere molta energia per essere prodotto (energia a zero emissione solo se prodotta con fonti rinnovabili), richiede serbatoi molto più grandi e pesanti rispetto al cherosene per un viaggio equivalente.

I biocarburanti per l'aviazione (SAF) vengono prodotti quasi esclusivamente da colture alimentari quali il granoturco, il mais e la colza che hanno un costo di produzione molto elevato ed una scarsa rendita energetica per quintale.

Per superare questi problemi ormai da tempo si stanno progettando aerei elettrici. Il problema principale ad oggi rimane il peso delle batterie che va ad incidere in maniera rilevante sull’autonomia dell’aereo, negli ultimi trent'anni, però, la ricerca ha fatto enormi passi in avanti nella realizzazione di batterie sempre più piccole e potenti.

In un articolo sul MIT Technology Review si evidenzia che un aereo a batteria caricato con energia rinnovabile potrebbe produrre quasi il 90% in meno di emissioni rispetto agli aerei odierni che funzionano a carburante per aerei (Jayant Mukhopadhaya, analista dei trasporti presso l'International Council on Clean Transportation (ICCT). Anche perchè, in un aereo elettrico, circa il 70% dell'energia utilizzata per caricare una batteria alimenterebbe effettivamente l'aereo, mentre con l'idrogeno e il carburante sintetico, ad esempio, l'efficienza potrebbe arrivare dal 20 al 30%.

Inoltre gli aerei elettrici risulterebbero più convenienti anche per la manutenzione: i motori elettrici sono infatti più semplici e affidabili, hanno minori i costi di manutenzione, fino al 90% in meno, anche grazie al monitoraggio elettronico intelligente che ridurrebbe le esigenze di ispezione.

Heart Aerospace, azienda svedese specializzata in aerei elettrici, ha da poco presentato il nuovo ES-30, un aeromobile in grado di trasportare 30 passeggeri, che va a sostituire il primo progetto, che si fermava a 19 passeggeri.


Heart Aerospace ES-30


Il primo velivolo era stato presentato nel 2021, e subito aveva raccolto tantissimo interesse, nonché parecchi investimenti da più fronti. Le prospettive di compiere voli a corto raggio, fino a 400 km di distanza, a zero emissioni aveva attirato l'attenzione di colossi, come United Airlines Ventures, o come "un certo" Bill Gates, tramite la controllata Breakthrough Energy Ventures.

La United e la Mesa Airlines stavano per ordinare 100 ES-19, quando con l’uscita del nuovo modello hanno automaticamente aggiornato l’ordine al ES-30. Quindi, Il rapido progresso nelle tecnologie elettriche, anche nell'ambito del volo, ha consentito a Heart di saltare il passaggio dei 19 posti, puntando direttamente ai 30 posti. Anche la Air Canada ha ordinato 30 aerei oltre ad aver investito 5 milioni di dollari nella ricerca. Altri ordini, minori, sono stati fatti anche dalla compagnia aerea brasiliana e da quella neozelandese

Come accennato in precedenza, le dimensioni del velivolo sono aumentate, ma sono cambiate le impostazioni di propulsione. L'autonomia è stata ridotta a 200 chilometri, dopodiché entra in funzione il turbogetto sviluppato da Honeywell e Rolls-Royce. Grazie a questo sistema ibrido, è possibile raggiungere i 400 chilometri del progetto originario.

Heart Aerospace prevede di continuare a sviluppare la potenza della batteria per arrivare alla piena autonomia nell'energia elettrica. Il tempo non manca, poiché il lancio definitivo dell’aereo nel mercato è stato posticipato dal 2026 al 2028.

sabato 10 settembre 2022

Coste italiane: ogni anno persi 5 km di coste naturali

Dal 2002 ad oggi in Italia ogni anno sono stati distrutti in media 5 Km di costa naturale a causa della costruzione di nuove strutture artificiali. Si tratta, spiega Ispra, di una misura che equivale all'intero litorale di una località balneare come Fregene.

L’artificializzazione è ancora più evidente e devastante rilevante nelle zone retrostanti le spiagge, nelle quali ogni anno dune costiere, terreno coltivato, vegetazione e formazioni naturali vengono sostituite da oltre 10 Km di opere antropiche. Sono i dati che emergono dall'aggiornamento della banca dati Linea di Costa Italiana, presentato da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che analizza la fascia costiera italiana.






L'Ispra svolge da 20 anni attività di analisi delle coste italiane. La linea di costa italiana misura circa 8.300 Km, di cui il 13% è occupato da opere artificiali come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione. Negli ultimi 20 anni, la costa artificializzata è aumentata complessivamente di oltre 100 km.

Un discorso parallelo ma molto più preoccupante riguarda l'interfaccia tra le spiagge ed il territorio circostante. Nell'insieme, la linea di “retro spiaggia” misura circa 4.000 Km, di cui solo metà restano naturali, mentre oltre il 20% è completamente occupato da opere artificiali, come infrastrutture varie, abitazioni, lidi, siti produttivi. L'incremento in questo caso è stato di oltre 200 Km negli ultimi 20 anni. Il restante 30% si caratterizza come 'urbano sparso', occupato quindi in maniera parziale e discontinua da opere antropiche.

Il lavoro di analisi delle coste italiane svolto dall’Ispra negli ultimi 20 anni è fondamentale per la pianificazione e la gestione dei litorali; inoltre dal 2020 l’elaborazione dei dati della Linea di Costa è stata migliorata dall'evoluzione dello standard qualitativo e dalla possibilità di rendere pubblicamente accessibili i risultati degli studi, attraverso il nuovo Portale delle Coste Ispra, in modo da diventare un concreto supporto agli Enti, alle università e a tutti i soggetti che hanno a cuore la corretta gestione del bene comune "spiaggia".

venerdì 13 maggio 2022

Warka Tower: l'albero che "crea" l'acqua

Nel 2012 lo studio italiano, l’Architecture and Vision di Viterbo ha realizzato un meccanismo per risolvere l’annoso problema della mancanza d’acqua in molte zone del pianeta. Nel 2015 grazie anche a molte organizzazioni no profit e a Kickstarter questo meccanismo ha visto la luce in Etiopia (regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e dove la grave crisi alimentare ha toccato nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini) con la costruzione della prima Warka Water, poi battezzata Warka Tower. Il nome deriva dall’albero di fico gigante simbolo di fecondità e luogo di aggregazione per le comunità etiopi.





l’acqua è un bene fondamentale e prezioso in moltissime parti del mondo e riuscire a trovare dei sistemi che permettono di “crearla” si può, a giusta ragione, considerarli “innovazione assoluta”, soprattutto per quei posti in cui anche solo una goccia è disponibile solo a chilometri di distanza.

I due architetti che hanno realizzato il progetto Arturo Vittori e Andreas Volger insieme alla loro squadra, si sono ispirati a piante e insetti in grado di raccogliere e conservare l’acqua dall’aria per sopravvivere e hanno selezionato per la torre principalmente, materiali naturali e facilmente reperibili sul posto quali il bambù e la bioplastica.

Warka Tower produce acqua imprigionando tra le sue reti le gocce di rugiada e raccogliendo la pioggia, fornendo dai 50 ai 100 lt di acqua potabile ogni 24 ore facendola ricadere in secchi sfruttando i fenomeni naturali come la gravità, la condensazione, l’evaporazione e l’escursione termica tra giorno e notte. Quindi, ovviamente, la quantità di acqua che si riesce a raccogliere quotidianamente dipende anche dalle condizioni meteorologiche. L’acqua raccolta non è sicuramente sufficiente a dissetare un intero villaggio, però, nelle comunità più piccole riesce ad alleviare i problemi maggiori.



Aspetti da considerare ed estremamente favorevoli alla sua attuazione sono poi il costo estremamente basso e la facilità di assemblaggio e di gestione.

Oltre alla Warka Tower, si stanno sviluppando anche altri interessanti progetti legati sempre alla carenza d’acqua come il Warka Garden, per la realizzazione di orti commestibili, o le Warka House, pensate per risolvere i problemi di igiene nelle case.


Scheda tecnica della Warka Water presentata su Kickstarter

Peso: 60 kg

Materiali: bambù, canapa, giunzioni metalliche, bioplastica,

rete Dimensioni: Altezza 10 m, diametro 4,2 m Superficie: 80 mq, collettore d’acqua 43 mq,

Costo: ~ 1.000 $ (produzione in Etiopia) Manutenzione: facile da pulire e da riparare, non ci sono organi in movimento




martedì 15 marzo 2022

La grande muraglia verde

La Grande Muraglia Verde è una pionieristica iniziativa Guidata dall’Unione africana ispirandosi ad una proposta del 1952 del biologo Richard St. Barbe Baker che durante una spedizione nel Sahara, propose una "barriera verde" per combattere l’avanzata del deserto: Baker voleva realizzare una lunga fascia alberata larga 50 km.

NASCITA
L'idea della muraglia dopo varie peripezie e problemi burocratici è stata finalmente approvata nel 2005. Per realizzare la muraglia è stata stimata una spesa pari a 33 miliardi stimati come necessari per completare il progetto entro 2030 ma nel gennaio 2021, sono stati investiti meno della metà: circa 14 miliardi.

Dall'idea iniziale di una fascia alberata larga 50 km che andasse da est a ovest lungo il deserto africano, la concezione della Grande Muraglia Verde si è evoluta in una sorta di collage di singole operazioni, finalizzate ad aiutare le problematiche che si trovano a fronteggiare le comunità locali del Sahara e del Sahel.

NUOVI OBIETTIVI
Il nuovo obiettivo della Grande Muraglia Verde è quello di voler essere una risposta forte all'impoverimento delle risorse naturali e il rilancio delle zone rurali rafforzando gli ecosistemi gestendoli in maniera oculata, proteggendo il patrimonio locale e migliorare quindi la qualità di vita delle popolazioni coinvolte creando anche una sorta di sicurezza alimentare.


Il programma coinvolge oggi oltre 20 paesi della regione sahelo-sahariana, tra cui Algeria, Burkina Faso, Benin, Ciad, Capo Verde, Gibuti, Egitto, Etiopia, Libia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Gambia, Tunisia.

ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSA
una ricerca condotta dall'Università di Bonn e dalla Fao, pubblicata su Nature Sustainability, evidenzia come la Grande Muraglia Verde risulta essere cost-effective, cioè economicamente vantaggiosa. Infatti è stato stimato che per ogni dollaro investito ne tornano almeno 1,2.

L'analisi della ricerca ha usato una formula matematica che, sulla base di vari parametri, permette di calcolare i benefici netti del ripristino del terreno al passare del tempo, il tutto all'interno di 9 diversi scenari d'azione differenti. Questi scenari tengono conto di elementi che possono variare anche molto, fra cui tassi di sconto differenti, la durata temporale che può cambiare, il fattore umano legato all'eterogeneità dei nostri comportamenti.

gli scienziati hanno voluto valutare quanto conviene a eventuali investitori scegliere questo progetto perché visto l’enorme cifra richiesta per realizzare l’intera opera le sole forze dei governi e delle istituzioni, unite alle donazioni, non sono sufficienti per raggiungere l'obiettivo, che richiede inevitabilmente anche l'intervento del settore privato.

Lo studio ha evidenziato che la Grande Muraglia Verde risulta non solo sostenibile per l'ambiente ma è anche attrattiva dal punto di vista economico, risultato ottenuto valutando anche tutte le possibili variabili sfavorevoli: dall'inaridimento del suolo alla eventuale incognita di come potrebbe rispondere in certi casi la vegetazione ripristinata, tenendo conto anche delle possibili guerre che spesso iniziano in quella zona.

In ogni caso sarà necessaria un'azione coordinata tra tutti i soggetti coinvolti: agenzie governative, enti locali e associazioni internazionali se realmente si vuole puntare ad un ripristino e una gestione delle terre efficace e duratura.