Il danno economico diretto è solo una parte del problema. Gli incendi boschivi colpiscono anche il sistema economico in modo più ampio, contribuendo alla perdita di valore del territorio, alla distruzione di produzioni agricole e turistiche, e aumentando il rischio idrogeologico. Uno studio pubblicato su ScienceDirect ha evidenziato come, nel Sud Europa, la frequenza crescente degli incendi possa ridurre il tasso di crescita del PIL regionale di una percentuale compresa tra lo 0,11% e lo 0,18% l’anno, segnalando una vulnerabilità economica strutturale nei territori colpiti. Anche in questo caso, la componente ambientale non è marginale: la distruzione delle foreste riduce la capacità del territorio di assorbire CO₂, di regolare il ciclo dell’acqua e di fornire servizi ecosistemici vitali.
Nel 2023, secondo i dati dell’ISPRA, in Italia sono stati colpiti circa 88.806 ettari da incendi boschivi, con una netta crescita rispetto al 2022. Durante i soli mesi estivi, tra giugno e settembre, Greenpeace ha calcolato che le fiamme hanno interessato oltre 45.000 ettari, di cui circa 9.000 boschivi. A livello europeo, l’Italia figura tra i Paesi più colpiti, seconda solo alla Grecia, con una stima di 4,1 miliardi di euro di danni su scala continentale nel 2023. A questi dati vanno affiancate le perdite ecologiche invisibili ma profonde, come l’impoverimento del patrimonio forestale, la desertificazione progressiva e l’impatto sulla fauna selvatica.
Oltre alle conseguenze ambientali immediate, il problema si riflette anche in ambito sanitario. Il rilascio di sostanze tossiche derivanti dalla combustione — tra cui CO₂, particolato fine (PM2.5), protossido di azoto e formaldeide — ha effetti diretti sulla salute umana. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esposizione ai fumi da incendi boschivi contribuisce globalmente a oltre 500.000 morti premature ogni anno, molte delle quali colpiscono persone vulnerabili, come bambini, anziani e soggetti con patologie respiratorie. Questo effetto sanitario è strettamente legato al danno ambientale: meno verde significa meno filtrazione dell’aria e maggiore concentrazione di inquinanti.
Il costo operativo della macchina antincendio è un’altra voce di spesa consistente. I mezzi aerei, in particolare, rappresentano un onere significativo per le casse pubbliche: un’ora di volo di un Canadair può costare oltre 8.000 euro, cui si sommano più di 1.200 euro di carburante. Gli elicotteri, invece, si aggirano intorno ai 3.000 euro all’ora. Regioni come la Toscana investono stabilmente oltre 12 milioni di euro l’anno solo nella prevenzione, dimostrando quanto il contenimento del rischio sia diventato una voce fissa di bilancio. Eppure, anche i migliori sforzi economici non possono sostituire il valore ecologico perduto quando un bosco brucia.
Un ulteriore elemento preoccupante è rappresentato dall’origine degli incendi. Secondo l’ISPRA, circa la metà dei roghi boschivi in Italia ha natura dolosa o colposa. Questo dato è particolarmente allarmante nelle regioni meridionali, dove il fenomeno è spesso legato a interessi illegali, speculazioni edilizie e dinamiche criminali. Diversi studi econometrici mostrano una correlazione diretta tra incendi dolosi e fattori sociali come disoccupazione, diseguaglianze e presenza di criminalità organizzata. Anche qui, il danno non è solo economico o penale: l’azione dolosa annienta ecosistemi complessi e compromette interi corridoi ecologici che richiederanno decenni per riprendersi.
Nel 2021, anno particolarmente drammatico, gli incendi in Calabria, Sicilia e Sardegna bruciarono circa 50.000 ettari, generando danni per oltre 5,6 miliardi di euro, un valore che comprendeva perdite agricole, forestali, turistiche e costi sanitari ed emergenziali. A tutto questo andrebbe aggiunto un calcolo che oggi ancora sfugge alla contabilità pubblica: il prezzo ecologico pagato dal Paese in termini di qualità dell’ambiente e resilienza al cambiamento climatico.
In conclusione, gli incendi boschivi in Italia rappresentano un problema molto più vasto del semplice “evento naturale estivo”. Si tratta di un’emergenza sistemica, che richiede interventi coordinati su più livelli: dalla prevenzione attiva alla gestione forestale sostenibile, fino alla repressione penale degli incendiari. L'alternativa è continuare a pagare un prezzo altissimo, non solo in termini economici, ma anche in termini di perdita ecologica irreversibile. E in un Paese come l’Italia, che vive di paesaggio, biodiversità e cultura del territorio, ogni ettaro in fumo è un pezzo di futuro che se ne va.
Fonti:
- Coldiretti – Incendi boschivi: costi e impatti – QuiFinanza
- ISPRA – Indicatori ambientali su incendi boschivi – ISPRA Ambiente
- Greenpeace Italia – Incendi boschivi 2023–2024 – Greenpeace.org
- ScienceDirect – The macroeconomic effects of wildfires in Southern Europe – Link
- Distrelec – The cost of European wildfires 2023 – Distrelec Know-How
- Wikipedia – 2021 Italy wildfires – en.wikipedia.org
- iForest – Costi operativi della lotta agli incendi – iforest.sisef.org
Nessun commento:
Posta un commento