sabato 5 ottobre 2019

Il “rastrello” che pulirà i mari dalla plastica funziona.

L’organizzazione olandese senza scopo di lucro “Ocean Cleanup” tramite il suo fondatore ha annunciato il 2 ottobre con un tweet che System001/B, la loro macchina per pulire gli oceani, funziona.




L’enorme quantità di plastica che ogni anno si riversa negli oceani ha generato cinque aree giganti di rifiuti galleggianti. Una delle più grandi si trova nell'oceano pacifico tra la California e le Hawaii, si estende per oltre 700 mila chilometri quadrati (altre stime parlano di 7/8 milioni di chilometri quadrati) prende il nome di Pacific Garbage Patch ed è l’obiettivo principale di Boyan Slat il giovane inventore olandese che nel 2012 a solo 18 anni annunciò di voler ripulire il mare.


Tutto inizio quando a 16 anni in una immersione Slat vide più plastica che pesci e allora decise che si doveva fare qualcosa per eliminare i rifiuti dall’acqua. Nel 2012 fondò l’ONG Ocean Cleanup raccogliendo nel corso degli anni circa 32 milioni di euro per la sua idea.

Dopo vari progetti nel 2018 finalmente a San Francisco Slat varò il suo primo prototipo che, purtroppo, si rivelò un fallimento. L’idea era geniale: il macchinario era composto da un tubolare a forma di semicerchio che trasportato dalla corrente, quindi senza consumare carburante, raccoglieva attraverso delle reti tutti i rifiuti che trovava nel suo cammino. Il prototipo si ruppe quasi subito, inoltre il suo movimento, determinato dalle correnti marine, era solidale con quello dei rifiuti stessi e non riusciva a trattenerli.



Dopo vari studi gli ingegneri della Ocean Cleanup a settembre di quest’anno hanno varato un nuovo prototipo il System 001/B dotato di un ancora galleggiante collegata ad un paracadute che rallentando il tubolare gli permette di raccogliere i rifiuti.

L’operazione è andata meglio del previsto come Slat stesso ha annunciato. Infatti, sono riusciti a recuperare una grossa quantità di microplastiche, maggiore delle loro attese. Tutti i rifiuti raccolti sono in seguito trasportati con una nave in un centro di riciclaggio.

Ora Slat insieme agli ingegneri della Ocean Cleanup sta progettando un nuovo prototipo il System 002, più grande e in grado di lavorare per lunghi periodi prima di essere svuotato dalle navi appoggio.

Secondo il giovane olandese entro sette anni riusciranno a eliminare oltre la metà del Pacific Garbage Patch ed entro il 2050 tutta la plastica dagli oceani. Alcuni scienziati, però, considerano queste stime eccessivamente ottimistiche. In ogni caso è evidente, come ha detto lo stesso Slat, che non è più impossibile ipotizzare un mare completamente ripulito.


FONTE: AMBIENTE-BLOG

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